Quando la presenza si apre e la luce interiore si rivela.
Abbiamo lasciato che il nostro tepore ci scaldasse, senza che il fuoco diventasse forza distruttiva.
Ci siamo concessi il riposo dell’anima.
E ora, da questo spazio abitato, possiamo avvicinarci a una luce più intima e sacra.
La luce che nasce dentro di noi non serve a spiegare la vita.
Serve a vederla.
È una presenza silenziosa che ci permette di andare oltre i pensieri, oltre le idee, oltre le storie che raccontiamo a noi stessi.
Non prende posizione.
Non separa.
Rivela.
Oltre la colpa e il merito, oltre la gioia e il dolore, questa luce resta.
Mostra ogni cosa nella sua essenza, senza aggiungere e senza togliere.
Per incontrarla non c’è nulla da fare.
Nessuno sforzo, nessuna conquista, nessun impegno da sostenere.
Serve solo una disponibilità gentile: esserci, senza forzare.
La luce non appartiene alla mente.
Non ragiona, non analizza, non convince.
È per questo che non chiede sforzo: si muove da uno spazio diverso, più profondo e molto più semplice di quanto siamo abituati.
Ciò che è sempre stato davanti ai tuoi occhi, a un certo punto, viene percepito con colori più brillanti.
Nulla è cambiato.
Solo il tuo sguardo.
Ed è qui che vive il dono.
Quando questa luce è presente, cuore e corpo iniziano a muoversi in coerenza.
Le azioni diventano più semplici.
Ciò che deve accadere trova spazio per essere accolto, senza essere spinto.
Questa luce nasce dall’Amore.
Un’energia che non conosce il linguaggio del giudizio né quello dell’ego.
Non invade.
Non impone.
Rivela.
Quando qualcosa viene illuminato da questa luce, nasce una possibilità.
Non un obbligo, non una direzione da seguire.
Non c’è nulla da decidere, né da scegliere nel modo “giusto”.
A volte è sufficiente restare, osservare, lasciare che il sentire si faccia chiaro da sé.
Ogni cosa trova il suo tempo quando non viene forzata.
Perché questa luce possa manifestarsi, c’è un gesto essenziale: sostare.
Scegliere di sostare invece di fuggire dal buio.
Scegliere di sostare invece di distrarsi.
Sostare abbastanza a lungo da scoprire che dentro di te non c’è nulla di così spaventoso da dover essere evitato.
Spesso ciò che emerge è la paura di non piacere.
Ma ciò che viene amato quando non sei coerente con te stesso non sei tu.
È una maschera, non la tua essenza.
È in questo fermarsi che la luce inizia a presentarsi.
E, senza clamore,
comincia a scaldare il cuore.
Un cammino che continua
Se questo tema risuona, potresti riconoscere come si intrecci con altri passaggi già esplorati in questo spazio.
Nel tempo abbiamo parlato del fervore interiore, quella scintilla iniziale che accende il desiderio di tornare a sé.
Abbiamo attraversato il silenzio che parla, lo spazio necessario perché qualcosa possa emergere senza essere forzato.
E ci siamo soffermati sul calore interiore, quel tepore stabile che sostiene e accoglie.
La luce che nasce dentro non è separata da questi movimenti:
ne è una naturale conseguenza.
(Puoi ritrovare questi articoli nel blog per approfondire e osservare come dialogano tra loro.)
Pratica – Portare la luce nel quotidiano
Prenditi un momento per fermarti.
Concediti qualche minuto di sosta.
Porta l’attenzione al respiro, senza modificarlo,
e appoggia le mani sul cuore, lasciandole lì.
Rimani così per qualche istante,
permettendo al respiro di fluire liberamente.
Poi porta delicatamente l’attenzione all’interno.
Ascolta ciò che c’è, senza cercare nulla, senza giudicare.
Dopo qualche minuto, lascia che lo sguardo si apra verso l’esterno.
Osserva ciò che ti circonda come se lo vedessi per la prima volta.
I colori, le forme, la luce.
Nulla è cambiato, se non il tuo modo di guardare.
Ora, senza chiudere questo spazio, riprendi le tue attività.
Porta con te questo sguardo nel corso della giornata.
Osserva le persone, gli oggetti, le situazioni
come se fossero attraversati da una luce nuova.
Nota cosa cambia nella tua percezione,
nel tuo corpo,
nelle tue reazioni.
A fine giornata, prenditi qualche minuto per scrivere.
Annota ciò che hai visto in modo diverso.
Ciò che ti ha sorpreso.
Ciò che si è fatto più chiaro.
Non per analizzare,
ma per riconoscere come la luce, quando viene accolta,
continui a rivelare.
Nota
Se durante la giornata senti il desiderio di dare forma a ciò che hai osservato, puoi farlo attraverso la scrittura.
Non per capire, né per analizzare, ma per lasciare emergere ciò che ha chiesto spazio.
Scrivere può essere un gesto semplice e rivelatore, ma non è necessario: la pratica vive anche senza parole.
Se senti che questo strumento ti risuona, nel blog trovi un approfondimento dedicato a questo gesto: Scrivere per svelarsi.
Verso la Meditazione Guidata
Se senti che questo tema ti risuona e desideri essere accompagnato più a fondo, puoi partecipare alla meditazione guidata dal vivo dedicata a La luce che nasce dentro.
Sarà uno spazio di presenza e ascolto, per sostare insieme e permettere a questa luce di emergere senza sforzo.
Ci incontreremo su Zoom Mercoledì 17 dicembre alle ore 21.00
Trovi qui sotto il pulsante per iscriverti e riservare il tuo posto.
La pratica è aperta a tuttə, anche a chi non ha mai meditato.
Indice degli argomenti trattati:luce interiore · presenza · consapevolezza · silenzio · amore · sostare · percezione · ascolto profondo · pratica meditativa
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